L’arte e la Memoria

 

 


Ancora oggi, attraverso  parole e immagini, si continua a tenere vivo il ricordo tragico della Shoah. Ecco un percorso iconografico che testimonia come numerosi artisti, attraverso le loro opere, hanno lasciato testimonianza degli orrori dell’Olocausto. 

L’arte dei campi e della clandestinità

Durante la seconda guerra mondiale artisti e bambini, senza alcuna formazione artistica, creano opere che costituiscono un memoriale fotografico della loro esperienza nel campo di concentramento, e nelle tragedie quotidiane.

Felix Nussbaum (1901-43), pittore tedesco di origine ebraica, deportato ad Auschwitz, ha lasciato una potente testimonianza visiva delle persecuzioni che ha subito. Le sue opere sono conservate a Osnabrück, in Germania, in un museo a lui dedicato.

Charlotte Salomon (1917 – 1943), tra gli artisti più prolifici della Shoah. Dipinse 765 dipinti all’età di venticinque anni, nel 1941-1942, anni in cui lei viveva nascosta.

L’arte dei testimoni

Testimoni dell’Olocausto, molti artisti hanno cercato di rappresentare gli orrori della guerra con l’intento che le opere diventino strumento educativo di lotta e denuncia.

Marc Chagall e la Crocifissione Bianca, dipinta nel 1938, dopo la notte di cristallo, ha un valore iconico tra i molti dipinti che descrivono la sofferenza ebraica prima della guerra. Chagall ha usato il tema di un Gesù “ebreo” crocifisso, sullo sfondo di vignette che evocano le persecuzioni naziste degli ebrei. Durante la seconda guerra mondiale, mentre le informazioni provenivano dall’Europa centrale sul martirio degli ebrei, Chagall continuò a dipingere scene di crocifissione.

Lzar Segall (1891 – 1957), pittore brasiliano di origine ebraica, in Emigranti (1931-1941) testimonia il dramma dei rifugiati prima della guerra e le conseguenze di questa crisi. 

Ben Shahn (1898 – 1969) pittore, fotografo e designer statunitense, realizza opere come il famoso poster Brutalità nazista (1942) che evocava la distruzione di Lidice ( un paesino della Cecoslovacchia distrutto dai nazisti nel 1942).

L’arte dei sopravvissuti

L’artista polacco Isaac Celnikier (1923-2011), sopravvissuto ad Auschwitz, ha collocato le sue opere sotto il segno della memoria.


 Josef Szajna ( 1922-2008), regista, scenografo e pittore polacco, durante l’occupazione della Polonia fu prigioniero di Auschwitz e Buchenwald. Gli anni della prigionia hanno influenzato la sua arte. Nella sua opera “Le nostre biografie” (1944-45)  riassume in un certo senso l’anonimato della vittima. In essa vengono raffigurati quarantuno prigionieri con le loro uniformi.

David Olere deportato dal 1943 al 1945,  inizia a disegnare nell’ultimo periodo di prigionia raffigurando scenari di vita quotidiana ad Auschwitz-Birkenau.

Edith Birkin nacque a Praga, in Cecoslovacchia nel 1927. Nel 1941 entrò nel ghetto di Lodz, in Polonia. Fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz nel 1944.

Samuel Bak, polacco di origine ebraiche, è un pittore  e uno scrittore, sopravvissuto dell’Olocausto. Lui e la madre si salvano dalla furia nazista, rifugiandosi in un convento di suore benedettine. Attraverso i suoi quadri ricorda le ferite impresse a lui ed al suo popolo.
Nella sua opera “Creation of Wartime III” (1999-2008) descrive la relazione tra Dio e l’uomo evocando immagini della famosa Creazione di Adamo di Michelangelo .

Arte contemporanea

La Shoah nell’arte contemporanea  è  “memoria” d’interpretazione, di evocazione storica e  meditazione.

Christian Boltanski, artista francese di fama internazionale, realizza, durante la 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, “Chance“, un’opera costituita da un labirinto di rotative sulle quali scorrevano immagini di volti di bambini e da una postazione video dove lo stesso visitatore poteva bloccare lo scorrimento di primi piani di persone anonime permettendo di fatto l’emersione nel presente di visi sconosciuti, restituiti al presente proprio attraverso il processo della memoria. 

One thought to “L’arte e la Memoria”

  1. Tutte le opere sono belle hanno storie diverse ma significati uguali per me, sono molto belle esteticamente ma con una tristezza infinita dentro, si vede pienamente per me la sofferenza di qualsiasi persona rappresentata nei vari quadri; la sofferenza per me è la rappresentazione dell’olocausto!

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