Poesie sui diritti

D come diritto

Ho diritto alla vita, al nome,
alla nazionalità,
per sviluppare la mia personalità.
Ho diritto a vivere in società
in pace, quiete e tranquillità.
Ho diritto ad essere amato
e, se ammalato, ad essere curato.
Ho diritto certo, anche a giocare 
e qualche giocattolo farmi regalare.
Ho diritto ad avere l’istruzione
e ad esprimere anche la mia opinione.
Ho diritto di preferire la religione da praticare 
e rivolgermi a Dio per pregare
Ho diritto a conoscere ogni mio diritto,
perché se lo ignoro sono fritto!

La pace
La pace verrà sulla Terra
non prima che ogni bambino
possa saziare ogni giorno la sua fame,
affrontare al caldo il vento dell’inverno,
studiare la lezione con animo tranquillo.
Quando sarà liberato
dalla paura e dal bisogno
qualunque sia il suo colore,
la sua razza e la sua fede,
alzerà la testa e sorriderà al cielo.

Poesia “Il nome”
Vorrei chiamarmi Dante
e scrivere un bel poema,
vorrei chiamarmi Euclide
e inventare un teorema,
vorrei chiamarmi Giotto
e fare belle pitture,
vorrei essere il più bravo
di tutte le bravure.
Vorrei chiamarmi ………………. 
come mi chiamo e sono
per aiutare questo mondo
a diventare più buono.
(Gianni Rodari)

La parola “piangere”
Un giorno tutti saremo felici.
Le lacrime, chi le ricorderà?
I bimbi scoveranno
nei vecchi libri
la parola “piangere”
e alla maestra in coro chiederanno:
“Signora, che vuol dire?
Non si riesce a capire”.
Sarà la maestra,
una bianca vecchia
con gli occhiali d’oro,
e dirà loro:
Così e così.
I bimbi lì per lì
non capiranno.
A casa, ci scommetto,
con una cipolla a fette
proveranno e riproveranno
a piangere per dispetto
e ci faranno un sacco di risate…
E un giorno tutti in fila,
andranno a visitare
il Museo delle lacrime:
io li vedo, leggeri e felici,
i fiori che ritrovano le radici.
Il Museo non sarà tanto triste:
non bisogna spaventare i bambini.
E poi, le lacrime di ieri
non faranno più male:
è diventato dolce il loro sale.
… E la vecchia maestra narrerà:
“Le lacrime di una mamma senza pane…
le lacrime di un vecchio senza fuoco…
le lacrime di un operaio senza lavoro…
le lacrime di un negro frustato
perché aveva la pelle scura…”
“E lui non disse nulla?”
“Ebbe paura?”
“Pianse una sola volta ma giurò:
una seconda volta
non piangerò”.
I bimbi di domani
rivedranno le lacrime
dei bimbi di ieri:
del bimbo scalzo,
del bimbo affamato,
del bimbo indifeso,
del bimbo offeso, colpito, umiliato…
Infine la maestra narrerà:
“Un giorno queste lacrime
diventarono un fiume travolgente,
lavarono la terra
da continente a continente,
si abbatterono come una cascata:
così, così la gioia fu conquistata”.
 Gianni Rodari. 

 

 

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