Il termine «parabola» deriva dalla parola ebraica mashal e significa racconto. Generalmente sono storie facili da ricordare, ricche di simbolismi. Venivano comunemente usate nell’insegnamento del giudaismo, il profeta Ezechiele, per esempio, scrisse in parabole, come le aquile e la vite (17: 1-24) e la parabola del vaso (24: 1-14).
Nei Vangeli Canonici le parabole sono superiori a 25, storie utilizzate da Gesù per farsi capire meglio e trasmettere il proprio messaggio.
Scopriamo come come gli artisti, durante il corso della storia, hanno rappresentato alcune delle parabole più famose.
Il figliol prodigo (Lc 14, 11-32)
Il ritorno del figliol prodigo di Rembrandt Harmenszoon van Rijn, 1661-1669, Hermitage Museum, San Pietroburgo
Il buon pastore (Mt 18, 12-14)
Il Buon Pastore di Galla Placidia, V secolo d.C.,Ravenna
Il buon samaritano (Lc 10, 25-37)
Il buon Samaritano, Vincent van Gogh, 1890, Kröller Müller Museum di Otterlo (Olanda).
Il seminatore (Matteo 13,1-23)
Seminatore al tramonto, Vincent Van Gogh, 1888,Museo Kröller-Müller, Otterlo
La parabola dei talenti (Matteo 25,14-30)
Illustrazione della parabola dei talenti, da una xilografia del 1712.
La parabola del ritorno del figlio prodigo è molto significativa perché dobbiamo capire l’importanza della famiglia e non farci oscurare gli occhi dalla ricchezza.. un’altra importanza di questa parabola è la forza di saper perdonare..
La parabola del figliol prodigo ci spiega il perdono di un padre verso un figlio che ha preso un strada sbagliata.